Spinola, Oberto


di:
Estremi anagrafici:

?-?



Durata cronologica della dominazione:

Genova, 1270 - 1291.



Espansione territoriale della dominazione:
Origine e profilo della famiglia:
Titoli formali:

Capitano del Comune e del popolo.


Modalità di accesso al potere:

Salì al potere, assieme a Oberto Doria, in seguito a una sollevazione popolare appoggiata dalle rispettive famiglie con armati reclutati nei loro feudi.


Legittimazioni:

I due Capitani ricevettero i pieni poteri della maggioranza del ceto popolare. La durata della carica non è chiara: sembra che in un primo momento sia stata a tempo indeterminato ma successivamente gli annalisti indicano la scadenza del 1288.


Caratteristiche del sistema di governo:

Lo S. e il collega Oberto Doria operarono di comune accordo, sulla base dell’alleanza stabilita tra le due famiglie e i populares, creando uno dei rari momenti di equilibrio interno che durò oltre quindici anni. Dal punto di vista istituzionale il loro governo si configurava come un momento di rottura: erano posti a capo di due organismi distinti (il Comune e il Popolo) e, almeno inizialmente, godettero di poteri assoluti, svincolati anche dagli statuti cittadini. Di fatto i poteri dei due Capitani erano meno ampi di quanto può sembrare: accanto a loro agiva ancora un podestà forestiero che si occupava della giustizia (ma in alcuni anni la sua carica rimase vacante), il Consiglio degli Anziani (presieduto dai Capitani stessi e composto da nobili e popolari) che rappresentava l’esecutivo e, dal 1276, l’Abbas populi con funzioni militari e giudiziarie nelle questioni che coinvolgevano i popolari; le Arti, che avevano trovato spazio con Guglielmo Boccanegra, erano del tutto assenti.

Dal 1285 al 1291 lo S. fu affiancato da Corrado Doria, figlio di Oberto, dopo le dimissioni di quest’ultimo.


Sistemi di alleanza:

All’interno i due Capitani mantennero la fiducia del Popolo e dei ceti meno abbienti, ai quali offrirono possibilità di arricchimento grazie ad una politica di apertura ai commerci del Mediterraneo, garantendo contemporaneamente il costante approvigionamento dei cereali.

All’esterno cercarono il più possibile di mantenere la neutralità, pur avvicinandosi ad alleati ghibellini (come Pavia ed Asti) secondo il tradizionale orientamento delle loro famiglie. In questo modo nel 1276 fecero pace con Carlo d’Angiò, alleato con i guelfi genovesi fuoriusciti.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

I diarchi favorirono il potenziamento e l’ampliamento delle strutture portuali. Nel 1283 l’operario dell’ufficio che sovrintendeva al porto e al molo diede inizio ai lavori più importanti del secolo, conclusi nel 1290.


Politica culturale:

I due Capitani prestarono particolare attenzione alla produzione, conservazione e trasmissione della memoria storica della città (si veda in proposito la scheda su Oberto Doria).


Consenso e dissensi:

All’inizio del 1289 i Grimaldi, i Fieschi e i Malocelli ordirono una congiura assieme agli altri guelfi genovesi per rovesciare il governo dei due Capitani, ma il popolo ne prese le difese vanificando il tentativo. Per volere dei diarchi ai ribelli fu risparmiata la vita: giurarono di non organizzare un altro colpo di stato e fu loro consentito di fare ritorno alle proprie case.


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

Dopo la ripresa del conflitto con Pisa, quando si profilò anche il pericolo di una congiura dei guelfi, i ghibellini chiesero ai due Capitani di rinunciare al mandato per non rischiare di perdere l’appoggio dei popolari. Essi accettarono ma si preoccuparono di assicurare il predominio dei ghibellini e del popolo, perciò affidarono a una commissione di uomini autorevoli l’incarico di elaborare appositi statuti. Alla scadenza del mandato furono sostituiti a capo del Comune da un solo Capitano, forestiero, e ricevettero un onorario di 3.000 lire.


Principali risorse documentarie:

Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Annali genovesi di Caffaro e de’ suoi continuatori, 1890-1929, 5 voll.: IV (1251-1279), a cura di C. Imperiale di Sant’Angelo, Roma, Tip. del Senato, 1926; V (1280-1293), a cura di C. Imperiale di Sant’Angelo, Roma, Tip. del Senato, 1929, passim; Arnaldi, G., Gli Annali di Iacopo d’Oria, cronista della Meloria, in Genova, Pisa e il Mediterraneo tra Due e Trecento, Atti del convegno (Genova 1984), Genova, Società ligure di storia patria, 1984, pp. 586-620; Forcheri, G., Gli Spinola, in Pistarino, G. (a cura di), Dibattito su quattro famiglie del grande patriziato genovese, Atti del convegno (Genova 1991), Genova, Accademia ligure di scienze e lettere, 1992, pp. 49-57; Iacopo da Varagine, Cronaca della città di Genova dalle origini al 1297, Genova, ECIG, 1995, pp. 147, 288-289, 322-323; Imperiale di Sant’Angelo, C. (a cura di), Codice diplomatico della Repubblica di Genova, Roma, Tip. del Senato, 1936-1942, 3 voll., passim; Nuti, G., Doria, Oberto, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana, 41, 1992, pp. 424-431; Petti Balbi, G., Magnati e popolani in area ligure, in Magnati e popolani nell’Italia comunale, Atti del convegno (Pistoia 1995), Pistoia, Centro italiano di studi di storia e d’arte, 1997, pp. 243-272: 243-260 (ora anche in Ead., Governare la città. Pratiche sociali e linguaggi politici a Genova in età medievale, Firenze, Firenze University Press, 2007, pp. 101-125); Pistarino, G., Genova nell’epoca dei due Capitani, «Studi genuensi», IV (1986), pp. 3-21; Polonio, V., Da provincia a signora del mare (secoli VI-XIII), in Puncuh, D. (a cura di), Storia di Genova. Mediterraneo, Europa, Atlantico, Genova, Società ligure di storia patria, 2003, pp. 111-230: 199-201.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali:

Nel 1265 lo S. tentò di impadronirsi del governo, aiutato da alcuni giovani del suo albergo e con l’appoggio di alcuni nobili, molti popolari e uomini della Riviera orientale. Riuscì nel suo intento ma dovette rinunciare subito dopo.