di:
Flavia Negro
1199-1259
Domini sabaudi in Italia (in appannaggio dal fratello Amedeo IV, conte di Savoia): 1235-1259. Torino (per investitura imperiale): 1248-1255.
Ivrea (per investitura imperiale, la cui concretizzazione non è però documentata): 1248-1259.
Nel 1235 T. ottiene in appannaggio dal fratello Amedeo IV, conte di Savoia, i domini sabaudi in Italia da Avigliana in giù (19 apr. 1235), e negli anni successivi, sfruttando la dote della moglie, estende il proprio dominio acquistando varie località del torinese. Un'accorta politica di espansione territoriale nel Piemonte occidentale e meridionale, ai danni sia del comune che del vescovo torinese, aveva portato T. e Amedeo IV ad esercitare una certa preminenza sul comune di Torino, che trova concretezza sul piano istituzionale nel 1248. Nel novembre di quest'anno il sostegno fornito dai due fratelli all'imperatore Federico II viene ricompensato con una serie di diplomi: T. viene nominato vicario imperiale da Pavia in su e ottiene, fra l'altro, l’infeudazione di Torino e di Ivrea, nonché il diritto di fortificare i suoi domini. La presa di possesso dei luoghi donati, che nel frattempo sono posti sotto la custodia del marchese Giacomo del Carretto (come "capitano" imperiale), è subordinata alla conclusione della pace fra il papa e l'imperatore - incarico affidato dallo stesso Federico II a T. e al fratello l'8 nov. 1248. Nel caso i tempi si allunghino, Federico II dispone l'entrata in possesso di Ivrea, del Canavese e di Lanzo dopo tre anni, quella del "residuum terrarum" (Torino, Collegno, Cavoretto e Moncalieri) dopo cinque. Il dominio di T. su Ivrea pare in realtà non essersi mai concretizzato, nonostante la città gli sia stata riconfermata dopo la morte di Federico II (13 dic. 1250) con un diploma di Guglielmo re dei Romani del 23 mag. 1252; il dominio su Torino, realizzato solo nel 1251 dopo la morte dell'imperatore, fu fortemente osteggiato dal comune di Asti, e durò solo pochi anni. L'ultima fase della guerra contro il comune astigiano, cominciata nel 1254, si conclude con la sconfitta di T. il 23 nov. 1255, ed è preludio alla perdita pochi giorni dopo della città.
Vedi alla voce SAVOIA, famiglia.
"conte" (Thomas de Sabaudia comes): T. usa costantemente il titolo onorifico di "conte" che compare generalmente nei documenti in modo isolato e senza alcun riferimento geografico (vedi ad es. Acta Imperii, doc. 405). Non è chiaro se il titolo onorifico gli derivi dall'appartenenza alla dinastia sabauda o dal matrimonio con Giovanna contessa di Fiandra e di Hainaut (1237), in seguito al quale, sia pure con un uso meno sistematico rispetto alla semplice qualifica di "comes", è attestato il titolo di "conte di Fiandra" (comes qui dicitur de Flandria, comes Flandrensis).
Amedeo IV concede in appannaggio al fratello T. i possessi in Italia da Avigliana in giù (19 apr. 1235). La signoria sulle città di Torino e Ivrea deriva a T. dall'investitura dall'imperatore Federico II (nov. 1248).
1235, apr. 19: il conte di Savoia Amedeo IV concede in appannaggio al fratello T. i domini italiani da Avigliana in giù (Cognasso, Documenti, doc. 134).
1248, nov.: l'imperatore Federico II concede in feudo a T. la città di Ivrea e altri luoghi (Acta Imperii, doc. 406, 409 e Cognasso, Documenti, doc. 182; cfr. anche Ibid., doc. 183-185).
1248, nov.: l'imperatore Federico II concede in feudo a T. la città di Torino, (Cognasso, Documenti, doc. 181, 191); la possibilità di fortificare i suoi domini fra cui Torino e Ivrea (Acta Imperii, doc. 410); il vicariato generale da Pavia in su (Acta Imperii, doc. 412).
1248, dic.: l'imperatore Federico II concede a T. il diritto di usufruire dei redditi della curia imperiale (Cognasso, Documenti, doc. 193); i pedaggi, le regalie e i pascoli delle terre che ha nella contea di Savoia e nei territori piemontesi (Cognasso, Documenti, doc. 194).
1249, giu. 21: l'imperatore Federico II concede a T. l'esazione del pedaggio in Torino (Cognasso, Documenti, doc. 197).
1249, lug.: l'imperatore Federico II attribuisce a T. le funzioni di legato dal Lambro in su (HPM, Chartarum, I, col. 1399).
1251, nov. 11: bolla di papa Innocenzo IV che vieta a chiunque di molestare T. nei suoi possessi di Torino e Ivrea (HPM, Chartarum, I, col. 1411).
1252, mag. 22: Guglielmo re dei Romani conferma a T., fra l'altro, le città di Torino e Ivrea, con facoltà di battere moneta, di costituire mercati, di prelievo dei pedaggi e del teloneo (Acta Imperii, doc. 539); segue nei giorni seguenti l'ordine alle città di Ivrea e di Torino, ai comuni e ai vassalli interessati perché riconoscano T. e ai suoi eredi come loro signori ("tamquam vestris veris dominis obediatis fidelitates faciatis et de omnibus eisdem respondeatis": Cognasso, Documenti, docc. 215-216, 219, 222-223); 1253, gen. 28-30 e feb. 9: bolle di papa Innocenzo IV con le quali approva le concessioni fatte da Guglielmo re dei Romani a T., e si rivolge, fra gli altri, alla chiesa e al popolo di Torino, perché ne riconoscano i diritti (Gabotto-Rossi, Storia di Torino, p. 301; Cognasso, Documenti, docc. 233-242).
Le concessioni imperiali del novembre 1248 non permettono a T. di esercitare da subito il dominio sulle città di Torino e Ivrea (per quanto riguarda Ivrea, sembra anzi che il suo dominio non abbia mai avuto modo di concretizzarsi). Su Torino, Tommaso comincia effettivamente ad esercitare il proprio dominio dopo la morte dell'imperatore (13 dic. 1250): la prima attestazione in proposito è del 16 ag. 1251, quando in un documento relativo alla pace fra il comune di Moncalieri e T., compare il podestà di Torino in qualità di "procurator domini Thome de Sabaudia comitis".
Costante la collaborazione di T. con il fratello Amedeo IV. Nella sua azione politica è contrastato dal marchese di Monferrato Bonifacio II, dal marchese di Saluzzo Manfredi, e dal comune di Asti. T. e Amedeo cercano di trovare appoggio nei poteri superiori, inaugurando un'altalenante politica di avvicinamento all'impero di Federico II e al papato di Gregorio IX e poi di Innocenzo IV. A portare i maggiori benefici a T. è in particolare l'appoggio a Federico II: nel 1247 l'imperatore lo ricompensa con una serie di diplomi che contengono, fra l'altro, la nomina a vicario imperiale e l'investitura di Torino e Ivrea. La morte dell'imperatore (13 dic. 1250) destabilizza gli equilibri faticosamente creati e rischia di vanificare le acquisizioni ottenute: l'avvicinamento di T. e Amedeo a papa Innocenzo IV (di cui T. sposa la nipote Beatrice Fieschi, 1251), si rivela una mossa vincente. T. ottiene l'appoggio necessario a concretizzare la signoria su Torino - che viene immediatamente confermata con un nuovo diploma (23 mag. 1252) dal nuovo re, Guglielmo d’Olanda, eletto dal partito filopapale -, e a risolvere a suo favore le contese con il vescovo torinese. Le solide legittimazioni imperiali e papali alla politica di espansione sabauda nel territorio subalpino non sono tuttavia sufficienti a cautelare T. dall'opposizione del comune di Asti, che dopo una guerra riesce infine ad assicurarsi (nov. 1255) l'egemonia su Torino.
Matrimoni. Nel 1237 sposa Giovanna contessa di Fiandra e di Hainaut, che muore nel 1244. Nel 1251 sposa Beatrice Fieschi, nipote di papa Innocenzo IV, da cui nascono tre figli maschi: Tommaso (III), che gli succederà a capo dei domini piemontesi, Amedeo (V), che diventa conte di Savoia, e Ludovico.
l'imperatore Federico II nomina T. "vicario imperiale" da Pavia in su per (dipl. del nov. 1248 in Acta Imperii, doc. 412), e "legato imperiale" dal Lambro in su (dipl. lug. 1249, HPM, Chartarum, I,1399).
Nel nov. 1255, in seguito alla sconfitta inflitta dagli astigiani a T. nella battaglia di Montebruno (nella quale molti torinesi erano stati fatti prigionieri) una ribellione in Torino determina la fine della signoria di T. sulla città.
Matteo Paris descrive il dominio di T. nei confronti dei sudditi come crudele e irrispettoso delle consuetudini: "Idem enim Thomas subiectis suis torvus et noiosus extiterat et eos durius quam deceret et contra eorum consuetudinem tractaverat" (Rossi-Gabotto, Storia di Torino, p. 306).
T. muore il 7 feb. 1259, gli succede nel governo dei domini piemontesi il figlio primogenito Tommaso (III).
I fondi per le vicende di T. sono principalmente conservati nell'Archivio di Stato di Torino (Materie Politiche per rapporto all'interno; Materie politiche per rapporto all'estero; Paesi, Città e provincia di Asti e Paesi, Città e provincia di Torino).
A.V., Antichi cronisti astesi. Ogerio Alfieri, Guglielmo Ventura e Secondino Ventura, Alessandria, 1990;
AA.VV., Storia di Torino, vol. II: Il basso medioevo e la prima età moderna (1280-1536), a cura di R. Comba,Torino, 1997;
F. Cognasso, Amedeo IV, conte di Savoia, in Dizionario Biografico degli Italiani;
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F. Gabotto, Asti e la politica sabauda in Italia al tempo di Guglielmo Ventura secondo nuovi documenti, Torino, 1903 (BSSS 18);
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E. Winkelmann, Acta Imperii inedita seculi XIII, Innsbruck, 1880.