Torelli, Salinguerra


di:
Estremi anagrafici:

1170 circa-1244 circa.



Durata cronologica della dominazione:

1204-1240.



Espansione territoriale della dominazione:

Nonostante S. abbia assunto ripetutamente incarichi podestarili anche a Verona, Modena, Treviso e Mantova, non sembra che i suoi interessi egemonici abbiano mai travalicato la sola città di Ferrara.

Origine e profilo della famiglia:

Nel corso della seconda metà del XII secolo la famiglia Torelli, di rango capitanale ed origine bolognese, poteva fare affidamento su vasti possedimenti fondiari in tutto il Ferrarese, con una particolare concentrazione nell’area meridionale prossima al confine con il comitato della città di provenienza. I Torelli potevano altresì fare affidamento su numerose rocche variamente disposte lungo il corso del Po e nel suo delta, tra le quali, la più imponente, era quella di Fratta. Tali possedimenti, che nel contesto ferrarese erano eguagliati per coesione e consistenza solo da quelli della famiglia Adelardi, garantirono ai Torelli di candidarsi come leader di uno dei due schieramenti cittadini attorno ai quali stavano polarizzandosi le locali lotte di potere. L’attribuzione di importanti incarichi politici all’avo ed al padre di S. è del resto documentata fin dalla metà del XII secolo.


Titoli formali:

A Ferrara e nelle altre città dell’Italia nordorientale in cui S. esercitò l’ufficio podestarile (VeronaModena e Treviso) egli non poté fregiarsi d’altri titoli che quelli derivanti da tali incarichi.


Modalità di accesso al potere:

Le esperienze di potere di S. a Ferrara si inseriscono entro la cornice legittimante delle istituzioni comunali. Egli aspirò ad esercitare un primato personale sulla città attraverso la ripetuta assunzione della carica podestarile, piuttosto che esercitando un indiretto controllo su di essa ovvero sugli altri organismi comunali.


Legittimazioni:

Il reiterato accesso di S. all’ufficio podestarile, testimoniato per gli anni 1195, 1199 e 1203, fu conseguenza della polarizzazione della vita cittadina attorno a due sole famiglie, quella Torelli -appunto- e quella degli Adelardi alla cui estinzione subentrarono senza soluzione di continuità gli Este.

E’ certo che tra i membri di quest’ultima casa e S. dovettero intercorrere, almeno entro il primo lustro del XIII secolo, pacifici rapporti, avendo accettato le due compagini posizioni di paritetica preminenza entro la città. Nel 1202 Azzo VI e S. sono dunque congiuntamente impegnati nel mediare un contrasto di confine insorto tra Modena e Reggio ed ancora nel 1204 S. è garante degli accordi di nozze tra Alisia d’Antiochia e Azzo. La concordia tra le due case sarebbe comunque durata ancora per poco: appena un anno dopo infatti, assunta lo stesso Azzo la carica di podestà di Ferrara, egli fece devastare il castello di Fratta sul Po, tradizionale centro di potere dei Torelli. Si avviò così una lunga stagione di accesa competizione che vide S. ripetutamente bandito da Ferrara ogni qualvolta i suoi avverarsi riuscirono a raggiungere posizioni di primato. Dunque, una prima volta nel 1208, una seconda nel 1211 allorché il Torelli, tradizionalmente schierato al fianco di Ottone IV, gli rimase fedele nonostante la scomunica innocenziana avesse fulminato il Brunswick.

Solo alla morte di Azzo, avvenuta nel 1211, S. poté stringere con Aldobrandino, nuovo leader della casa d’Este, una serie di accordi che, attribuendo ai due il diritto di indicare i futuri podestà, assegnò nei fatti ai leader delle opposte partes la guida congiunta dell’intera città. Nondimeno tali patti non avevano caratteristiche di completa pariteticità, avendo dovuto S. giurare fedeltà alla casa d’Este ed essendo inoltre stato obbligato a rinnegare la sua lealtà nei confronti di Ottone IV per transitare in quel partito innocenziano nel quale Aldobrandino militava, come già prima di lui suo padre Azzo. Che gli accordi garantissero una preminenza ad Aldobrandino è del resto dimostrato dall’assunzione da parte di quest’ultimo della carica podestarile per gli anni 1212-1213.

Ma l’inaspettata morte dell’Este, lasciando nel giovane fratellastro Azzo VII un erede ancor troppo piccolo per concorrere con S., permise al Torelli di rimanere unico dominatore della vita pubblica ferrarese. L’indiscussa egemonia raggiunta fu del resto ancor più evidente allorché, nel 1221, Azzo VII lasciò la città.

L’evento segnò il momento di massima crisi di tutto lo schieramento avverso al Torelli, tanto che questi riuscì persino ad imporsi al di fuori del contesto ferrarese facendo imprigionare nel 1224 Rizzardo di San Bonifacio, antico alleato veronese degli Este.

Eclissatosi temporaneamente l’ultimo possibile competitore, il regime di S. ricercò un consenso interno attraverso la sollecitudine dimostrata nei confronti dei molteplici interessi commerciali della città, nell’impegno profuso ad evitare esasperazioni dei contrasti politici, nell’attenzione rivolta all’affermazione sociopolitica dei ceti artigianali.


Caratteristiche del sistema di governo:

L’egemonia di S. sulla città di Ferrara si realizzò nel rispetto formale dei tradizionali istituti comunali. Fu infatti contendendo ai membri della casa d’Este la carica podestarile, piuttosto che esercitando pressioni attraverso le vaste schiere di partigiani e clienti su tutti i livelli delle strutture cittadine, che il Torelli conseguì ripetutamente, per quanto non continuativamente, uno stringente controllo sulla locale vita politica.

Nella lunga esperienza di potere di S. una parentesi dotata di caratteristiche peculiari è quella collocabile nel triennio 1212-1215 allorché, sulla scorta degli accordi intercorsi con Aldobrandino d’Este, venne configurandosi una sorta di informale coabitazione nel quadro della quale ai due era riconosciuta la facoltà di indicare congiuntamente i podestà cittadini.

Fu dunque solo dopo la morte di Aldobrandino e la temporanea eclissi di Azzo VII, nel periodo 1224-1239, che S. raggiunse una preminenza personale, per quanto non istituzionalizzata, assolutamente indiscutibile.


Sistemi di alleanza:

Le alleanze intercittadine entro le quali il Torelli si inserì furono, com’è ovvio, quelle rappresentate dallo schieramento avverso alla pars marchionis polarizzata attorno agli Este. Così, se i membri di questa casata, dopo la scomunica che fulminò Ottone di Brunswick, divennero, in area veneto-padana, gli alfieri della causa innocenziana, il Torelli si legò ad Ezzelino da Romano ed a tutte le città -quali Verona, Vicenza, Padova e Treviso- che alla galassia ezzeliniana afferivano. Il legame tra Ezzelino e S. si cementò anche nel matrimonio di quest’ultimo con Sofia, figlia del primo. Diversamente dalle alleanze intercittadine intessute dagli Este che risultarono espressione degli interessi egemonici di questa casa sull’intera area, i legami intessuti da S. con altri soggetti politici furono comunque sempre funzionali alla conservazione del primato in Ferrara, unica città sulla quale si appuntarono concretamente le ambizioni del Torelli.


Cariche politiche ricoperte in altre citt?:

Le esperienze politiche di S. al di fuori della città di Ferrara furono molteplici e costanti. Se già nell’anno 1200 fu podestà di Verona e nel 1205 di Modena, molti dei suoi successivi incarichi extracittadini si spiegano nel quadro della circolazione di personale entro lo schieramento filoimperiale o in seno alle città interessate dalla superiore coordinazione ezzeliniana. S. fu così podestà di Treviso nel 1214, di Mantova nel 1221 e di Verona nel 1230.


Legami e controllo degli enti ecclesiastici, devozioni, culti religiosi:

Politica urbanistica e monumentale:

Politica culturale:

Senza che sia possibile istituire una diretta correlazione con le aspirazioni egemoniche del Torelli, è comunque da rilevare che il primo corpus statutario ferrarese fu forse promulgato nel corso della podesteria di S. del 1195.


Consenso e dissensi:

Tra le contestazioni avverso S. che le fonti ricordano si deve menzionare quel civilis dissensio di cui i cronisti parlano a partire dal 1239, sul finire della vicenda torelliana allorché la pressione dello schieramento antistaufico, prossimo ad assediare la città, stava ormai raggiungendo il culmine.


Giudizi dei contemporanei:

Fine della dominazione:

La fine dell’esperienza di potere di S. si inserisce nel quadro delle guerre tra i sostenitori di Federico II e quelli di Innocenzo III. Potendo contare sull’appoggio di tutta la parte pontificia, coadiuvato da Veneziani, Bolognesi e Mantovani, nel 1240 Azzo VII d’Este, dopo un lungo esilio dalla città, portò l’assedio su Ferrara che si arrese in quattro mesi. La cattura del Torelli, tradotto in prigione presso Venezia, dove sarebbe morto di lì a poco, oltre a segnare la fine della sua personale vicenda, rappresentò viceversa l’inizio di un organico e sempre più strutturato dominio estense su Ferrara .


Principali risorse documentarie:

La perdita della documentazione archivistica ferrarese a causa dell’incendio che distrusse nel 1385 le carte della camera actorum costringe le ricostruzioni dell’età precedente a fondarsi in modo massiccio sulle fonti cronachistiche.


Bibliografia delle edizioni di fonti e degli studi:

Fonti: J.T. Bömer, Regesta Imperii, V, 1-3, Innsbruck 1881-1901 ad indic. sub voce; Gerardi Maurasii, Cronica dominorum Ecelini et Alberici fratrum de Romano, a cura di G. Soranzo, in Rer. Ital. Scrip.2, VIII, 4; Rolandini Patavini, Cronica in factis et circa facta Marchie Trivixane, a cura di A. Bonardi, in Rer. Ital. Scrip.2, VIII, 1; Riccobaldus Ferrariensis, Cronica parva Ferrariensis, a cura di G. Zanella, Ferrara, 1983; Statuta Ferrariae anno MCCLXXXVII, a cura di W. Montorsi, Ferrara, 1955.

Studi: A. Castagnetti, I da Romano e la loro ascesa politica (1074-1207), in Nuovi studi Ezzeliniani, a cura di G. Cracco, I, Roma, 1992; A. Castagnetti, Società e politica a Ferrara dall’età postcarolingia alla signoria estense (secoli X-XIII), Bologna, 1988; T. Dean, Este, Aldobrandino d’, (sub voce) in Dizionario Biografico degli Italiani, XLIII, Ist. Enc. Italiana, Roma, 1993, pp. 300-301; Id., Este, Azzo (Azzo Novello, Azzolino Novello) d’, (sub voce) in Dizionario Biografico degli Italiani, XLIII, Ist. Enc. Italiana, Roma, 1993, pp. 322-324; Id., Este, Azzo (Azzolino) d’, (sub voce) in Dizionario Biografico degli Italiani, XLIII, Ist. Enc. Italiana, Roma, 1993, pp. 320-322; Id., Terra e potere a Ferrara nel Tardo Medioevo. Il dominio estense: 1350-1450, Modena-Ferrara, Deputazione di Storia Patria per le Antiche Province Modenesi, 1990; A. Lazzari, Origini della signoria estense a Ferrara, «Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria», n.s., X (1954); G. Marchetti Longhi, La legazione in Lombardia di Gregorio da Monte Longo, «Archivio della società Romana di Storia Patria», XXXVI (1913).

Bibliografia: E. Sestan, Le origini delle signorie cittadine: un problema storico esaurito, in Id., Italia medievale, Napoli, 1962; G. Soranzo, La guerra fra Venezia e la S. Sede per il dominio Ferrara (1308-1313), Città di Castello 1905, p. 29  passim., p. 49 passim A.L. Trombetti Budrieri, La signoria estense dalle origini ai primi del Trecento: forme di potere e strutture economico-sociali, in Storia di Ferrara, V, Il basso medioevo, Ferrara 1987, pp. 159-198; G. Maria Varanini, Salinguerra Torelli, (sub voce) in Enciclopedia Treccani;  A. Vasina, Comune, vescovo e signoria estense dal XII al XIV secolo, in Storia di Ferrara, V, Il basso medioevo, Ferrara 1987; A. Zorzi, Le signorie cittadine in Italia (secoli XIII-XV), Milano, 2010, pp. 12-14.


Apporti nuovi di conoscenza:

Note eventuali: