di:
Jean-Baptiste Delzant
Morto nel 1338.
Dopo la morte di Nallo Trinci (c. 1318), il fratello, Ugolino I, e il figlio, Corrado I, esercitano una grande influenza sul Comune e la città di Foligno. Essi erano probabilmente già associati al potere prima del 1318.
Alla fine degli anni 1320, il potere di Ugolino I e Corrado I nella città sembra abbastanza consolidato perché possano provare a controllare terre confinanti e piccoli comuni vicini. Iniziano insieme una vera politica di espansione nella quale tuttavia Ugolino interpreta il ruolo principale, e che suscita una viva reazione da parte del papato. Tant’è che nel 1331, Ugolino figura fra i ribelli perseguiti dalla Chiesa, insieme al nipote. Essi hanno occupato la rocca di Serra Rotondola, nella Valtopina, e, secondo i giudici pontifici, costituito una lega di terre e castelli sotto la loro influenza e quella di Foligno. Nel 1334, i Trinci occupano Bevagna. Dopo una tregua, nel 1335 Benedetto XII deve di nuovo ordinare a Ugolino e a Corrado di restituire al Rettore del Ducato le terre di Bevagna e di Montefalco da loro usurpate. I Trinci cercano di accrescere la propria influenza e ottengono cariche nei castelli della vicinanza, come il Castello di Limigiano. Quest’ultimo elegge Corrado podestà per mettersi sotto la sua cosiddetta protezione nel 1340.
Dunque, almeno dal secondo quarto del Trecento, i Trinci riescono ad allargare la loro influenza e il loro controllo territoriale, sia nel quadro istituzionale dell’amministrazione del contado di Foligno, sia in modo personale, ricorrendo alla forza o alla pressione per occupare terre o ottenere nuove magistrature su esse.
Vedi scheda Nallo Trinci.
La storiografia locale considera che, morto Nallo, il fratello Ugolino gli sia succeduto con gli stessi titoli di capitano del popolo e gonfaloniere di giustizia, e che essi siano ripresi dal nipote Corrado alla morte dello zio. In realtà, non c’è probabilmente stato esercizio lineare e continuo del potere da parte d’Ugolino, al quale Corrado sarebbe successo dopo il 1338, ma piuttosto una associazione dei due uomini con una alternanza discontinua nelle cariche. I documenti mancano ma pensiamo che Ugolino venga eletto podestà di Foligno nel 1326 (una pergamena dell’Archivio di Sassovivo che porta questa data è scritta “tempore potestarie nobilis et potentis militis domini Hugolini de Trincis de Fulgineo honorabilis potestatis civitatis predicte”). Egli viene anche citato nell’elenco dei podestà compilato dal notaio Bonaventura di Benvenuto (attivo durante la prima metà del Trecento), per i tre primi mesi del 1334. Secondo lo stesso elenco (che non menziona Ugolino come podestà nel 1326), il nipote Corrado è podestà della città per i tre primi mesi del 1341. Non essendo la carica di podestà compatibile con quella di gonfaloniere, se lo zio e il nipote hanno svolto la carica di gonfaloniere, non l’hanno fatto in modo continuo, l’uno dopo l’altro. Anche Corrado gode il titolo di miles, secondo documenti fiorentini.
Cacciata la fazione rivale nel 1305, i Trinci costituiscono il cuore del gruppo dei dirigenti della città, e ottengono regolarmente posti preminenti nell’amministrazione del Comune. Notevole il fatto che Ugolino giochi il ruolo princiaple sulla scena politica dopo la morte di Nallo. Si inaugura cosi una prassi frequente presso i Trinci, la trasmissione del potere tra fratelli, il nuovo dirigente associandosi spesso con uno dei suoi nipoti. Sembra che questo modo di trasmissione sia riuscito a prevenire rivalità che avrebbero potuto minare la dominazione familiare.
Si osserva una continuità delle istituzioni comunali. Un “catastum nuovum” è costituito nel 1324, “tempore potestarie nobilis viri et potentis domicelli Porecelli” de Rubeis da Firenze e “tempore capitaneus nobilis viri Iacobini de Parma honorabilis capitani comunis et populi civitatis Fulginei”.
Vista la scarsa documentazione, la ripartizione del potere all’interno della famiglia Trinci non è chiara. Probabilmente è lo zio, più anziano del nipote, che deve assumere le cariche pubbliche più importante. Però notevole è il fatto che più volte la documentazione accomuna entrambi i Trinci. Ad esempio Ugolino e Corrado sono condannati insieme da Giovanni XXIII nel 1331 come ribelli: essi condividono la responsabilità politica e militare dell’azione contro il rettore del Ducato. Negli statuti del Popolo del 1350, essi sono associati nella descrizione della stirpe dei Trinci (“honores et iurisdictiones fuerunt multipliciter aumentate ex continuis vigiliis ac perfectis operibus per olim bonarum memoriarum Nalli avi egregiorum et magnificorum militum domini Ugolini et domini Corradi patrui et fratris carnalis egregii et magnifici militis domini Ugolini Novelli, genitoris olim… nobilis e egregii militis domini Trincie…”, rub. 188). Tutto ciò lascia pensare che la famiglia si sia impadronita del potere e che questo sia condiviso in modo informale all’interno di essa, e poi esercitato, secondo i rapporti di forza tra i membri e gli suoi alleati.
I Trinci proseguono la politica di fedeltà alla Chiesa, specialmente durante la discesa in Italia dell’imperatore Ludovico il Bavaro (1327-1328), quando Foligno resiste vittoriosamente all’assedio di truppe ghibelline. Nella seconda parte dello statuto del comune, compilata nel 1328, è confermata questo orientamento politico: è affermato che “civitas Fulginei et ipsius civitatis cives” sono guelfi, e viene vietata l’appartenenza alla parte ghibellina (rub. 67). Nel 1328, Ugolino aiuta il rettore del Ducato di Spoleto nella sua lotta contro i ribelli alla Chiesa, inviandogli degli uomini d’arme. Nel 1329, Giovanni XXII assegna ad Ugolino una rendita annua di 200 fiorini d’oro per “utila et grata servitia”. Secondo fonti pontificali, nella prima metà degli anni 1330, Ugolino e Corrado cambiano attitudine e si ribellarono contro l’autorità del papa. Essi avrebbero indotto alla ribellione contro il rettore le città di Foligno, Gubbio, Assisi, cosi come altre città, terre e castelli, costituiti tutti in una confederazione. Ugolino e Corrado esigono un riscatto per alcuni ufficiali della Curia del Ducato di Spoleto che hanno rapinato, e assaltano Montefalco in cui si trova il rettore del Ducato con la sua curia. Nel 1335, il Comune di Foligno paga una compensazione “pro liga olim facta contra dominum Johannem de Amelio tunc dicti ducatus rectorem”.
Infatti, i Trinci rimangono nel sistema di alleanza guelfa che aveva sostenuto la loro presa del potere ma tuttavia sembra che, senza uscirne, essi provino ad approfittare di momenti di debolezza del rettore del Ducato per allargare la loro influenza sui territori limitrofi di Foligno, e a mettersi in grado di trattare nuovi privilegi e nuove concessioni da parte dell’autorità pontificale.
Ugolino è sposato con Risabella Caetani, Corrado ha per moglie Agnese Baglioni, figlia di Baglione Baglioni di Perugia, signore del castello di Petrignano
Ugolino viene eletto podestà di Firenze nel 1323 ma non può recarsi in Toscana, forse perché essendo capitano dell’esercito perugino, era impegnato nella lotta contro i ghibellini di Assisi e Spoleto. Egli sembra essersi specializzato nella guida di operazioni militari e l’anno successivo, nel 1324, diventa capitano generale dell’esercito guelfo (che riunisce truppe di Firenze, Siena, Orvieto, Foligno e Camerino) in guerra contro Spoleto, roccaforte ghibellina.
Corrado è chiamato a ricoprire la carica di Capitano del popolo in Orvieto nel 1323 e i consigli del Comune di Firenze deliberano la sua nomina a capitano del Popolo. Egli viene poi eletto alla carica di podestà di Firenze nel 1330 e lo esercita, contrariamente allo zio prima di lui. Nel luglio del 1330, nell’ambito della guerra contro Lucca, C. è mandato dai Fiorentini in qualità di “capitano dell’oste”. Nel 1335, egli è capitano della terra di Norcia, quando Gentile di Berardo da Varano ne è podestà. Nel 1340, il T. è eletto podestà di Limigniano (supra) e, secondo atti notarili rogati dal notaio dell’abbazia di Sassovivo, nel 1341 è nominato Capitano de’Quattrini (“capitanus quatrinorum seu .C. famulorum”) in Siena, ove invia un suo sostituto, Pucciarello Vitelleschi di Foligno.
Risabella Caetani, moglie di Ugolino, fa erigere nella chiesa conventuale di San Francesco a Foligno una cappella dedicata a san Nicola. Il 30 luglio 1321, questa cappella riceve privilegi da Giovanni XII. Sia il T. che il Comune di Foligno hanno dei delegati ad Avignone e Ugolino rende dei servizi alla Chiesa, in cambio dei quali egli si vede assegnare da papa Giovanni XXII una rendita annua di 200 fiorini d’oro nel 1329.
I Trinci occupano diverse cariche nelle chiese della città e dei dintorni. Primo luogo del potere ecclesiastico nella città sono la cattedrale e il suo capitolo. Infatti, sia il vescovo che il priore del duomo fanno quasi sempre parte dell’ambiente familiare dei signori. Paolo, figlio di Nallo e nipote d’Ugolino I, canonico del duomo, è forse stato priore di quest’ultimo prima di diventare vescovo di Foligno nel 1327 (fino alla sua morte, nel 1363 secondo la Hierarchia catolica). Un tale Teoduccio Trinci, invece, è attestato come capo del capitolo: il Dorio lo dichiara priore dal 1326 al 1334. Gli succedono un tale Accursio, poi, dal 1347 al 1358 (sempre secondo il Dorio), Ruggero di Berardo Trinci. Ruggero, decretum doctor, figlio di un cugino germano di Nallo di Trincia, era già citato come canonico della cattedrale nel 1334.
Pietro, primogenito di Nallo e anche lui fratello di Corrado, diventa vescovo di Spoleto nel 1307, fino al 1329.
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