di:
Tomaso Perani
ante 1385 - 1418
Bergamo 22 giugno - 8 settembre 1405, Milano 16 maggio - 15 giugno 1412
Bergamo, Milano
vd. Scheda della famiglia Visconti
Sigonre feudale di Bergamo e successivamente Signore di Milano
Dopo l’improvvisa morte dello zio Mastino, Giovanni detto il Piccinino, con l’aiuto degli zii superstiti Estorre, Galeotto e Lionello, prese il potere a Bergamo, come ultimo erede legittimo di Bernabò. Alcuni anni dopo, nel 1412, fu al fianco dello zio Estorre, quando alla morte del duca Giovanni Maria, venne proclamato signore di Milano. Il ruolo di Giovanni era quello di dare legittimità al governo di Estorre, figlio naturale di Bernabò Visconti.
Come per lo zio Mastino, il potere di Giovanni su Bergamo venne legittimato dall’alto attraverso la concessione della signoria a titolo feudale da parte del duca di Milano Giovanni Maria Visconti. Oltre a ciò, come era successo poco più di sei mesi prima, i rappresentanti delle famiglie bergamasche e il podestà ducale giurarono fedeltà al nuovo signore consegnandoli di simboli del potere come la bacchetta, gli statuti e le chiavi della città.
La legittimazione formale della signoria di Giovanni su Milano fu la discendenza diretta da Bernabò Visconti. Fu proprio in virtù di questo particolare rapporto che Estorre lo volle al suo fianco e lo associò al potere nel 1412.
Sul governo di Giovanni a Bergamo si hanno poche notizie anche se il Colleoni parla di una dominazione molto dura. Sembra che avesse iniziato una politica di pacificazione tra le fazioni che però ebbe il risultato di alienargli le simpatie sia dei guelfi che dei ghibellini.
Nella diarchia che governò Milano per un mese nella primavera del 1412, il ruolo di Giovanni fu decisamente subordinato a quello di Estorre, che aveva previsto per il nipote la semplice funzione di legittimazione della signoria.
Dopo una prima fase di ostilità che lo vide opposto ai Malatesta per la signoria su Brescia (di cui in teoria era stato investito da Giovanni Maria ma di cui non riuscì mai ad appropriarsi) e per i tentativi espansionistici di Pandolfo Malatesta su Bergamo, Giovanni si avvicinò al signore di Brescia che vedeva con favore i tentativi di Estorre e di Giovanni di impossessarsi di Milano ai danni soprattutto di Facino Cane. Nella stessa ottica il Visconti ottenne anche l’appoggio di Giovanni Vignati signore di Lodi e Piacenza.
La presa di potere di Giovanni venne accolta con favore dal vescovo di Bergamo che ancora una volta, come era successo in occasione dell’assunzione della signoria da parte di Mastino Visconti, pronunciò un’orazione in favore del nuovo dominatore.
La dominazione di Giovanni su Bergamo durò meno di tre mesi, visto che all’inizio del settembre 1405 il popolo bergamasco si sollevò contro di lui. L’insurrezione vide coinvolti anche coloro che fino a quel momento lo avevano sostenuto che però mal sopportavano il cattivo governo del signore. Solo grazie alla fuga presso la roccaforte di Soncino il Visconti ebbe salva la vita. Nel 1412 invece la fine della signoria di Giovanni su Milano fu determinata dall’azione di Filippo Maria che si impossessò con decisione dell’eredità del fratello.
vd. Scheda della famiglia Visconti
C. Colleoni, Historia quadripartita di Bergomo, Bologna 1969 (rist. anast. ed. or. Bergomo 1617-1618) vol. 1, pp. 281-284; P. Litta, Famiglie celebri italiane, Visconti, vol 10 tav. V; B. Belotti, Storia di Bergamo e dei bergamaschi, Bergamo 1959, vol. 2, pp. 313-319; F. Cognasso, I Visconti, Milano 1966, pp. 377-378, 390-393.