di:
Tomaso Perani
seconda metà XIII - 1328
1321-1328
Lodi
vd. scheda famiglia Vistarini
Insieme al fratello Giacomo, alla morte del padre Bassiano nel 1328, ottenne il titolo di Dominus Generalis di Lodi. Secondo l'Azario i due fratelli avrebbero anche ottenuto da Ludovico il Bavaro il titolo di vicari imperiali.
I fratelli Giacomo e Sozzino Vistarini salirono al potere in seguito alla morte del padre Bassiano, anche se non si hanno notizie di una formalizzazione della successione ereditaria.
Circa la legittimazione della signoria dei due fratelli non si hanno notizie precise, anche se sembrerebbe che il dominio fosse ratificato dagli organismi cittadini. Non è sicuro che ottennero una formalizzazione del proprio potere dall'autorità imperiale.
La dominazione dei due fratelli ebbe le forme di una diarchia. Non è possibile, in base alle poche notizie rimaste, distinguere delle differenze nell’operato dei due fratelli. Le cronache e la storiografia locale hanno descritto il governo dei due fratelli come dispotico, probabilmente a causa della repressione nei confronti degli avversari Fissiraga. Sembra inoltre ipotizzabile che la signoria dei Vistarini traesse la propria forza più dall’elemento nobiliare che da quello popolare, che maggiormente aveva a cuore la conservazione delle istituzioni comunali.
I Vistarini fondarono il loro potere in Lodi anche, se non soprattutto, sullo stretto rapporto con i Visconti di Milano. Più volte infatti sostennero ed ospitarono Galeazzo, tanto che nell’aprile del 1323 papa Giovanni XXII li scomunicò. Nel dicembre del 1324, invece l’azione del legato pontificio e di Enrico di Fiandra, passato al partito guelfo, riuscì a portare l’esercito antivisconteo all’interno delle mura di Lodi. Tuttavia una sollevazione popolare impedì la conquista della città da parte dei guelfi.
In occasione della calata in Italia di Ludovico il Bavaro, dopo che questi ebbe fatto imprigionare Galeazzo Visconti nel luglio del 1327, i Vistarini cercarono salvare la propria posizione attraverso un giuramento di fedeltà all’imperatore il 16 marzo del 1328.
Il governo dei Vistarini giunse al termine nel novembre 1328 in seguito ad una rivolta popolare guidata da Pietro Temacoldo, fino ad allora loro fedele e custodie di una delle porte della città. L’azione del Temacoldo potè avere luogo a cause dell’isolamento politico a cui la caduta del Visconti aveva condannato i due fratelli lodigiani ma potè contare anche sull’appoggio del popolo, stremato dal governo dei Vistarini. La cronaca del Corio riporta come miccia che innescò la ribellione le molestie che una monaca, parente del Temacoldo, dovette subire da parte di Sozzino.
vd. scheda famiglia Vistarini.
B. Corio, Storia di Milano, a c. di A. M. Guerra, Torino 1978, vol. II, ad indicem; Codice diplomatico laudense, a c. di C. Vignati, Milano 1883-1885, II, ad indicem; A. Caretta, L. Samarati, Lodi, profilo di storia comunale, Milano 1958; L. Samarati,Lodi nuova. L’età medievale e moderna, in Lodi. La storia dalle origini fino al 1945, Lodi 1989; A. Peviani, Giovanni Vignati conte di Lodi e signore di Piacenza (1360 c.a. - 1416), Lodi 1986, ad indicem; R. Rao, Le signorie dell'Italia nord-occidentale fra istituzioni comunali e società (1280 ca.-1330 ca.), in Tecniche di potere nel tardo medioevo. Regimi comunali e signorie in Italia, a c. di M. Vallerani, Roma 2010 pp. 53-87.